Non lavoro nell’outbound, ho un contratto a tempo indeterminato e sto in un call center esternalizzato all’interno di un’istituzione europea: più di lusso di così! So che molti “colleghi” italiani – ma che cosa vuol dire essere colleghi quando si parla di call center? Nulla, che poi è la forza di chi ti sfrutta – darebbero un braccio per questo lavoro. Dipende, però, da ciò che uno si aspetta dalla vita: Great Expectations, Grandi Fregature.

La verità è che quello di call center è forse il lavoro d’ufficio peggiore che possa capitare, sempre: ti devasta i neuroni, ti distrugge l’autostima e onestamente ‘sti cazzi della sicurezza economica.

Non è vero, l’ho scelto io di non continuare a fare la traduttrice sfruttata e occasionale, di non dover fare ore e ore di lavoro supplementare cercando gli autori da tradurre, proponendoli all’editore (che li scarta in 9 casi su 10, quindi ti sei pure fatto il culo a vuoto), di rivedere le bozze della mia traduzione, il tutto gratis. L’ho scelto io, perché non potevo permettermi di farmi mantenere a 33 anni dai genitori.

Questa è una scelta?

Oh, se ho cercato altro! Ormai è un anno che cerco altro, qui a Bruxelles. Pensate che ci sia lavoro, qui?

Certo, posso usufruire di uno stato sociale che è tra i migliori d’Europa. Ma quando mi sono iscritta all’Università, e poi al Master, non mi è mai venuto in mente lo stato sociale a consolarmi degli sforzi. Choosy.

Allora domani torno alla mia scrivania, al mio telefono, schiava tra i funzionari privilegiati, che quando si accorgono che sei una “risorsa esterna” smettono di salutarti. Vero, non esagero, sei trasparente. Il bello è che per loro sei anche quello che sottrae il lavoro, come se la scelta delle istituzioni di appaltare ad aziende esterne scevre da ogni vincolo morale l’avessi fatta tu. Come se a te non piacerebbe guadagnare quei quasi 4000 euro al mese più privilegi di cui gode l’ultimo funzionario entrato in servizio (AST1: per intendersi, livello segretari).

E così continuerò a rispondere al telefono a gente che non aspetta altro che dimostrarti quanto è importante, che parte dall’idea che tu sia un imbecille che si è ritrovato lì perché l’unico altro lavoro che avrebbe potuto fare sarebbe stato quello di sguattero, al massimo, mentre loro sono dei dell’Olimpo. Oh, sì, i peggiori, i più arroganti, i più schifosamente classisti e maleducati, nonché assolutamente incapaci di elaborare una minima informazione, sono proprio i funzionari: complimenti ancora all’EPSO per i criteri di scelta adottati nei concorsi!

Manderò domande per altri lavori anche domani, come ogni giorno, sperando di vincere non dico al Superenalotto ma almeno a un piccolo gratta e vinci: un lavoro dignitoso, con uno stipendio dignitoso, in un luogo dignitoso, dove non è necessario farsi calpestare ogni giorno dalle ultime merde della terra.

Perché è questo il lavoro oggi, no? Un gratta e vinci, ritenta e sarai più fortunato.